Condividiamo l’estratto di un articolo di Massimo Liritano, docente all’IIS Guarasci-Calabretta di Soverato e presidente dell’associazione Amica Sofia, all’interno della rivista Vita, che riporta le osservazioni di una sua studentessa sulla scuola durante il covid-19 e il ritorno alla normalità.
“Prof, ma la scuola così è straziante!”. “Noi siamo tornati, ma la normalità no…”. Così mi scrive Giusy, che nei mesi del lockdown aveva scritto pagine così struggenti e pieni di speranza, da meritare il Primo premio speciale Mario Lodi 2020.
“Tra me e alcune mie vicine di banco si era creato una specie di cerchio
Ci si sedeva alle 8 di mattina e ognuna di noi metteva a tavolino un proprio problema, col fidanzato, con la mamma e via dicendo
Passavamo il tempo così, confortandoci e dandoci consigli l’una con l’altra
Senza badare al professore che ci urlava contro o che ci guardava male
Noi continuavamo a parlare, a scherzare e a far divertire gli altri compagni creando un po’ di scompiglio.
Immagino ancora quel pomeriggio prima dei colloqui a giocare a nascondino sul nostro piano alla sesta ora. Immagino di litigare con le mie compagne,
per poi ritrovare i nostri sguardi incrociarsi implorandoci di mettere da parte l’orgoglio
Per dopo abbracciarci e chiedendoci scusa a vicenda
Continuamente immagino il nuovo anno di scuola
Come sarà, o meglio come saremo noi
Se saremo cambiati
Sinceramente non lo so,
ma di una cosa ne sono più che certa
Ci riprenderemo il tempo che ci è stato tolto a causa di questa maledetta pandemia
Ritorneremo di nuovo su quei banchi continuando il nostro cerchio
Ritorneremo ad uscire fuori dalla classe senza permesso
Ritorneremo a scovare tutte le cose proibite che si possano fare in una scuola e non esiteremo a farle
Ritorneremo a scherzare fino a litigare
Ritorneremo a guardare ogni ragazzo carino che passa cercando di scoprire come si chiama su Instagram
Adesso sì, mi do una risposta
Si, cambieremo, torneremo più forti e più elettrizzati che mai con la voglia di recuperare tutti i momenti persi
Per adesso mi basta questo, immaginare un nuovo anno scolastico”